Prima e fondamentale fonte d’ispirazione è il Vangelo.
In intima unione con Maria, “libro nel quale e scritta la regola nostra perché in Lei è scritto il Verbo” ( S. Maria Maddalena de’ Pazzi ), viviamo “nell’ossequio di Cristo”, servendolo, amandolo ed imitandolo con totalità di offerta, “certe che il peso di Dio è soave e lieve, perché tutto consiste in amare” ( S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Ms. VII ).
La cella sia come il “nido nella fenditura della roccia” ( Ct 2, 14 ), dove è offerto a Dio il riposo e il lavoro, la preghiera del cuore e l’approfondimento della Sua Parola. Essa sia per ogni eremita, il luogo dell’incontro con Dio ed il luogo dove si comprende l’umanità, ove il dramma di tutti e di ciascuno è partecipato e vissuto nella preghiera e nell’offerta.
Molte volte e in diversi modi i santi Padri hanno stabilito come ognuno – a qualunque stato di vita egli appartenga o quale che sia la forma di vita religiosa scelta – deve vivere nell’ossequio dei Gesù Cristo e servire Lui fedelmente con cuore puro e totale dedizione. ( Ebr 1,1, 2 Cor 10,5, 1 Tm 1,5;19, 1 Pt 1,22; 3,16 )
Dal "Diario Spirituale di Maria Evangelista della SS. Trinita' – Saro' amore "
Ed. Feeria Comunità di San Leonino – 2006
26 maggio 1956
"Quale armonia di passione fatta dal fremito e dal singulto di un’anima materna trapassata da un dolore vasto e profondo come un oceano. Il Magnificat non fu chiesto, ma il “silenzio” della Vergine fu l’armonia più bella e più profonda del suo Fiat.
Sia così silenziosa e profonda la vostra quotidiana immolazione. Sia la vostra vita intera, come quella della Vergine, una armonia interiore fatta soprattutto di silenzio. Nessuna cosa è feconda quanto il silenzio.
Anche nel mondo le cose più profonde, più delicate, più difficili si lasciano scoprire soltanto in questa pace.
Così lo scienziato seleziona l’atomo nel silenzio, l’artista dà forma alla sua anima nel silenzio, la maternità matura nel silenzio.
Il vostro è un silenzio ancora superiore. E’ l’attenzione profonda a Dio e alle cose di Dio. Silenzio che vi fa cogliere ogni bellezza e ogni sofferenza. Silenzio che parla, che ascolta, che vive…Silenzio profondo che fa puro il vostro sguardo per “vedere Dio”, perché la nostra pupilla interiore non può “vedere” se non ha la capacità della Luce. (…)
Fede innestata nel vostro intelletto: luce di Dio nella pupilla umana.
Speranza, che è l’attuazione in voi della Sua Parola, che è attesa, collaborazione, fiducia.
Carità che è tutto, perchè è Dio: Desu Caritas est!
Guardate Maria. Essa si è sprofondata nel mistero teologale della redenzione, ha vissuto la passione e la pasqua di Cristo e adesso vive i suoi misteri gloriosi…"
“Ricopiare con fedeltà assoluta, sillaba per sillaba, Gesù, Libro di Vita ”
S. Maria Maddalena de’ Pazzi
La "formula di vita" Carmelitana.
La "formula di vita" redatta da S.Alberto Avogadro "dietro richiesta degli eremiti che vivevano sul Monte Carmelo in Terra Santa", risale al periodo che va tra il 1207 e il 1214. Fu poi approvata dalla Santa Sede nel 1226 e, nei secoli, divenne gradualmente una Regola vera e propria, grazie particolarmente all'intervento di Papa Innocenzo IV, che la adattò alle "condizioni di vita" dell'Occidente (1 ottobre 1247).
Il testo-lettera della Regola è uguale per tutta la Famiglia Carmelitana: per il I Ordine (frati e sacerdoti carmelitani), per il II Ordine (monache di vita contemplativa con clausura) e per il III Ordine (suore di vita attiva, istituti secolari, famiglie missionarie, terziari, movimento giovanile carmelitano, ecc…). Ciò che distingue ciascuno sono le Costituzioni.